• Un semplice e chiaro discorso introduttivo sull’antenna più diffusa nel pianeta Radioamatoriale

Per chi volesse ulteriormente approfondire la materia, I8UZA ha creato un gruppo FB dove è a disposizione per ulteriori chiarimenti e/o suggerimenti:
Del ros e altre cose di antenne


🔴 Peppe Solimano, I8UZA 🔴

Parliamo un po’ di dipoli…

Antenna minimale, ma con grandi risultati, a patto di montarla osservando minime regole.

Se è un dipolo orizzontale, ricordiamoci che le antenne orizzontali hanno bisogno di altezza da terra, come possiamo verificare sui grafici presenti su ogni libro… quindi mettiamolo più alto possibile.

Il lobo di radiazione sul piano verticale dipenderà dalla altezza da terra in termini di lambda, sul piano verticale il lobo sarà broadside, cioè perpendicolare al dipolo stesso.

Curiamo le perdite… verso il centro la corrente sarà alta, per cui usare conduttori di adeguato diametro… viceversa, verso le estremità, la tensione è elevata, quindi usiamo isolatori di buona qualità …

I conduttori devono essere a bassa resistenza (rame e alluminio, non cito platino, oro e argento per ovvi motivi!)… tassativamente vietati acciaio, acciaio inox, ferraccio ancorchè zincato, ecc

Quindi preferibile rame ricoperto in plastica, anche se dopo qualche anno il dipolo si allungerà un poco … i più spendaccioni possono usare acciaio copper-weld o copper-clad, cioè acciaio ricoperto in rame di diverso spessore… la rf scorrerà nel rame per effetto pelle, e l’acciaio sosterrà le forze meccaniche, soprattutto per lunghe catenarie.

Parliamo dell’ inverted vee, poor man dipole… Ha bisogno di un solo supporto centrale, le misure sono leggermente diverse, presenta un componente verticale, ed è sostanzialmente omnidirezionale.

La sua impedenza dipende, oltre che dalla altezza da terra dell’apice, come tutti i dipoli, ma anche dall’angolo all’apice e la conseguente altezza da terra delle estremità…Partire con una data apertura all’apex, pensando di decidere una determinata impedenza, è un metodo errato, l’impedenza è un effetto di innumerevoli parametri. Meglio montare l’antenna nel migliore dei modi (alta e libera), e poi si aggiusta l’impedenza…

Giova ricordare che il termine “risonante” indica una antenna che esibisce una impedenza puramente resistiva, cioè senza componente reattiva, e non ha nulla a che vedere con il ros, che come diciamo sempre, poco ci serve e poco ci dice sulle caratteristiche dell’antenna.

Solito esempio: una antenna con impedenza R25+j0 è una antenna risonante, e ha un ros 2:1…

Mettiamo in frequenza il nostro dipolo… calcola 3 volte, misura 2 volte, taglia 1 volta…

Sarebbe bello calcolare solo, ma la nostra antenna abbisogna di essere tarata, poiché le influenze e i parametri sono molteplici (antenne vicine, supporti, terreno, tetti, masse metalliche)… naturalmente, si taglia un po’ più lunga, e poi, per approssimazioni consecutive si accorcia… poco per volta… alcuni hanno paura di tagliare, e ripiegano le estremità del dipolo in modo fantasioso… SBAGLIATO! Questa vecchia usanza nasce dal fatto che, quando si usavano conduttori non isolati, ripiegare e cortocircuitare l’estremità, effettivamente accorciava l’antenna, senza effetti collaterali… ripiegando un conduttore isolato, nei 2 pezzi di conduttore contrapposti, dove scorrono correnti simili, che si annullano, e dove sono presenti tensioni simili, che si annullano, portano a cancellare parte del dipolo elettrico, con capacità e induttanze parassite difficilmente prevedibili (es.: conduttori nastrati, stretti con morsetto, attorcigliati, ecc.), accorciando fisicamente il dipolo… se proprio avete paura di tagliare, ripiegate 2 volte, come consiglia il Rothammel (famoso libro tedesco sulle antenne tradotto anche in inglese)e serrate con fascette i 3 conduttori ottenuti… 2 conduttori si cancelleranno a vicenda, il 3° irradierà correttamente… (fig.2) Ho visto dipoli con 2m di estremità ripiegate… se riduciamo la grandezza fisica del dipolo stesso, conseguentemente, riduciamo l’area di cattura…

Le estremità meritano un discorso a parte… io tendo a lasciarle quanto più lineari possibile, per non avere influenze di qualunque tipo (fig.1), al max 1 singolo nodo, tenendo la punta libera… non dimenticate che, per effetto punta, dalla estremità fuoriesce un effluvio di elettroni, che in caso di alta potenza, può spaccare un isolatore di buona qualità (ho spaccato grossi isolatori in ceramica, testando un 10kw…)

Queste poche note, che sembrano anche inutili o di poca importanza, ci consentono di seguire una road map per avere una antenna al meglio delle sue caratteristiche.



73!

ARI Ischia

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